Alba è un importante Comune della Provincia di Cuneo, capitale storica ed economica delle Langhe, la regione tra le province di Cuneo e di Asti dallo splendido paesaggio collinare e nota per la produzione di vini pregiati quali il Barbera, Barolo, il Barbaresco, il Dolcetto, l’Arneis, il Nebbiolo …
Ovviamente Alba non è da meno … anzi … produce i suoi vini D.O.C. tra i quali voglio ricordare il Barbera d’Alba ed il Dolcetto d’Alba.
La città ha origini antichissime che risalgono al Neolitico con l’insediamento di popolazioni stanziali dedite alla caccia, all’agricoltura, all’allevamento ed alla lavorazione della ceramica e della pietra verde, pietra eclettica preziosa per realizzare, visto che è molto tagliente, utilissimi attrezzi.
Successivamente le popolazioni insediatesi sul territorio ebbero anche un’identità: si trattava dei Liguri stazielli ed il nome stesso della città (Alba Pompeia) lo prova perché alba è la parola utilizzata dai Liguri e che diede origine anche ai nomi Albenga (Alba Ingaunum), Ventimiglia (Alba Intemelium ), Albisola (Alba Docilia) ed Albaro (ara albae) un grande quartiere di Genova.
All’epoca di Roma Alba divenne municipium e fu inserita nei territori della Gens Camilia diventando parte di un triangolo di notevole importanza commerciale e strategico.
Fu allora che vennero realizzati l’acquedotto e la rete fognaria.
Sin da quel tempo inizia la storia di Alba come importante centro di produzione vinaria che lo storico Plinio definisce “affinata ed evoluta dal punto di vista della tecnica di coltivazione e produzione”.
Protetta militarmente dai Romani Alba subì, dopo la caduta dell’Impero, saccheggi ed invasioni: nel 490 d.C. arrivarono i Burgundi, nel 640 i Longobardi di Rotari ed i i Franchi di Carlo Magno, quindi i Saraceni che causarono la soppressione della Diocesi che venne accorpata a quella di Asti e Savona.
Nel Medioevo vennero potenziate le alte mura circondate da un enorme fossato, dotate di cinque porte (Tanaro, San Martino, del Soccorso, San Biagio e Castello).
Nel 1259 Alba si alleò con Carlo d’Angiò inasprendo i rapporti con Asti che voleva dominare la valle del Tanaro.
Fu l’inizio di un pessimo periodo per la città: nel XIV Secolo soffrì di perdite gravissime per la guerra tra Francesi e Spagnoli, nel 1537 l’arrivo di Carlo V aggravò la già grave situazione e, a causa di sanguinosi scontri tra eserciti nemici, Alba venne devastata e saccheggiata spesso, senza contare le distruzioni causate dai molti terremoti che si sono verificati tra il 1541 ed il 1549.
Nel 1559 venne ceduta ai Gonzaga di Mantova e, dopo la morte di Francesco IV, nel 1613 subì l’assedio di Carlo Emanuele I di Savoia che la sottomise nel 1628.
Ma non era finita … arrivò, nel 1630, la peste che decimò la popolazione già provata da guerre e saccheggi.
Solo con il 1700 Alba iniziò a riprendere forze e rifiorirono le attività economiche affiancate anche da quelle letterarie ed artistiche.
Con la Rivoluzione Francese Alba abbracciò la causa Giacobina subendo terribili devastazioni.
Con il 1800 arrivò un periodo ristoratore iniziato da Re Carlo Felice ed in seguito Alba entrò nella Storia d’Italia diventando, nel 1944, la prima repubblica partigiana costituitasi in Italia ed ottenendo una medaglia d’oro al valor militare per l’intensa attività antifascista ed antinazista.
Parlando di Alba non si può omettere la sua storia gastronomica che vede protagonisti il tartufo, i vini e la pasticceria.
Consiglio caldamente una visita al Mercato settimanale del sabato dove, oltre ad una passeggiata tra monumenti storici potrete godere della pregiata qualità dei suoi prodotti noti in tutto il Mondo.
Chi può non rinunci a recarsi alla Galleria della Maddalena dove si svolge il mercato del tartufo.
Dal punto di vista storico ed architettonico sono degne di nota la medioevale via Cavour, via Vittorio Emanuele che vi porterà in un viaggio architettonico tra Medioevo e Liberty (gli albesi la chiamano via Maestra) nel corso del quale dovete assolutamente sostare davanti all’incredibile Casa Fontana con le formelle in cotto della facciata sulle quali sono rappresentate ghirlande di fiori in mezzo alle quali si trovano i suonatori e danzano dame e cavalieri.
Meritano una visita anche le numerose chiese: Il Duomo, San Giovanni, San Domenico, Santa Caterina, Santa Maria Maddalena, Santi Cosma e Damiano, San Paolo e Cristo Re.
L’ultimo consiglio è quello di fare una capatina anche nello storico Museo Federico Eusebio nato come Museo archeologico ed oggi anche con ricche sezioni di Scienze naturali.
Quello del Museo é l’ultimo consiglio perché ritengo sia superfluo dirvi di visitare le numerose cantine di degustazione e vendita … a quello ci avete già pensato o ci penserete da soli.
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