“Questi”, e mostrò col dito, “è Bonagiunta, Bonagiunta da Lucca; e quella faccia di là da lui più che l’altre trapunta ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l’anguille di Bolsena e la Vernaccia».
Dante Alighieri nella sua “Comedia”, giunto tra i golosi del Purgatorio, incontra Papa Martino IV, da vivo bevitore compulsivo di Vernaccia di San Gimignano.
Un luogo di … vino citato nientemeno che nella Divina Commedia … cosa di meglio?
San Gimignano è un paese con poco più di 7.000 abitanti in provincia di Siena dichiarato nel 1990 dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
Mantenuta la tipologia medioevale è noto soprattutto per le 14 torri che svettano alte e visibili da chilometri di distanza. Un tempo le torri erano 72, divenute 25 nel 1580 ed oggi ancora decimate.
E’ sorto su un sito precedentemente occupato dagli Etruschi come dimostrato dalle numerose tombe rinvenute.
La sua posizione dominante (324 metri s.l.m) ne fece un’ambìto luogo per la popolazione stanziale.
Il primo documento che ne parla è datato 929 d.C. ed è uno scritto dell’Arcivescovo di Canterbury che di lì passò (il luogo è su una direttrice della via Francigena) diretto a Roma.
Il nome di San Gimignano pare derivi da Geminiano, il Santo Vescovo di Modena (nato nel 312 e morto nel 397) che si dice avesse difeso l’insediamento dall’aggressione di Attila.
Nel 998 fu costruita la prima cinta muraria che abbracciava il Poggio di Montestaffoli e la sua rocca ed il Poggio della Torre con il castello vescovile di proprietà del Vescovo di Volterra.
Per molto tempo San Gimignano fu un centro importante ed in continua crescita tanto che vennero eretti due “borghi” fuori dalle mura: San Matteo in direzione di Pisa e San Giovanni verso Siena.
I due nuovi borghi furono poi circondati dalle nuove mura (terminate nel 1214).
San Gemignano divenne Comune nel 1199 affrancandosi dal Vescovo di Volterra.
Conquistata dai Ghibellini dopo le storiche lotte con i Guelfi che si svolsero praticamente ovunque in Italia, raggiunse il picco di splendore economico grazie al commercio agricolo soprattutto con quello dello zafferano.
La grande ricchezza del Comune, nel quale fiorirono anche attività finanziarie e di usura diede il via alla costruzione delle 72 torri che miravano a rappresentare la superiorità politica ed economica di San Gimignano.
Nel 1255 il Comune cadde sotto il dominio di Firenze che ne fece distruggere le mura (ricostruite dopo la riconquistata libertà a seguito della Battaglia di Montaperti tra Siena e Firenze. Una nota a parte merita il fatto che a questa battaglia, vinta dai Senesi, dobbiamo il Palio di Siena nato per celebrare la vittoria).
Il Comune venne suddiviso in 4 Contrade corrispondenti alle porte cittadine: Contrada di Piazza, Contrada di Castello, Contrada di San Matteo e Contrada di San Giovanni.
Degno di ricordo è il fatto che San Gimignano ebbe tra i suoi tanti ospiti illustri quel tale Dante Alighieri citato all’inizio di questo articolo. L’Alighieri infatti vi si stabilì per un certo periodo in qualità di ambasciatore della Lega Guelfa Toscana.
Con il 1300 iniziarono le gravi crisi ovunque e San Gimignano non ne fu esente. Con la peste nera prima e la terribile carestia del 1348, la popolazione fu decimata ed alla fine il Comune sfinito si consegnò spontaneamente a Firenze perdendo la sua autonomia.
Potremmo dire che fu “grazie” al tremendo declino ed alla pochissima importanza che il sito ha potuto mantenere intatte quelle incredibili caratteristiche medioevali che oggi possiamo ammirare.
L’ultimo guizzo d’orgoglio del ricco e potente Comune di un tempo si ebbe nel 1860 quando i “no” per l’annessione della Toscana alla Sardegna vinsero il plebiscito.
Visitare San Gimignano é tuffarsi nel passato anche se il turismo di massa ed il consumismo lo hanno trasformato in un enorme supermercato.
Ma le torri restano, i palazzi anche ed il clima storico che si respira é emozionante.
Piazza della Cisterna é uno scrigno da non perdere, la torre Rognosa, la più antica delle 14 torri rimaste, solleva stupore, la più alta di tutte, la torre del Podestà (detta anche torre Grossa) trasmette 54 metri di soggezione, forse perché vedendola pensiamo a quell’editto dell’antico Comune che proibì di costruire torri più alte di questa, ma che non impedì alle due famiglie potentissime degli Ardinghelli e dei Salvucci, di erigere due torri appena più basse ma grandi eguali, a dimostrazione della loro potenza nel Comune.
Le torri di San Gimignano sono: Campanile della Collegiata, Torre degli Ardinghelli, Torre dei Becci, Torre Campatelli, Torre Chigi, Torre dei Cugnanesi, Torre del Diavolo, Torre Ficherelli o Ficarelli, Torre di Palazzo Pellari, Casa-torre Pesciolini, Torre Pettini e Torre dei Salvucci.
Incomberanno su di voi mentre vi inerpicherete per le strade ripidissime del borgo.
Una curiosità: gli edifici sembrano attaccati uno all’altro, ma se guardate da vicino vedrete tra uno e l’altro una fila di mattoni. Ebbene, un tempo vi era uno spazio esiguo (della larghezza dei mattoni messi in seguito). Perchè? Perché chi già possedeva un immobile non concedeva di costruire altri edifici attaccati e solo per una questione di rivalità. Costruendo un edificio contiguo ad un altro si risparmia molto denaro in quanto una parte é già bella e fatta. Questo non garbava affatto a chi aveva costruito prima. Questi piccoli spazi tra un edificio e l’altro non a caso venivano chiamati Vicoli dei Malvicini.
Ma torniamo a “visitare” San Gimignano.
Da non perdere Casa Silvestrini, la Loggia del Comune ed il Palazzo comunale (Palazzo nuovo del Podestà) che ospita autentici capolavori e dal cui interno é possibile accedere alla Torre.
Che dire poi di tutti i palazzi gentilizi? Palazzo vecchio del Podestà, Palazzo Baccinelli, Palazzo Cortesi, Palazzo Ficarelli, Palazzo Franzesi Ceccarelli, Palazzo Lucii, Palazzo Mangani, Palazzo Pratellesi, Palazzo Razzi, Palazzetto Talei Franzesi, Palazzo Tamburini, Palazzo Tinacci, Palazzo Tortoli o Tortoli-Treccani, Palazzo Useppi, Palazzo Vichi.
Tutti in un posto così piccolo? Ebbene sì! Ma non basta.
Ci sono ancora da vedere la Spezieria di Santa Fina, la Chiesa Collegiata (il Duomo), la Chiesa di Sant’Agostino, la Pieve di Santa Maria ed altre decine di chiese ed edifici medioevali.
Vedrete anche ben 5 Musei ed uno stupendo Teatro.
Concludendo, in mezzo a tanta Cultura architettonica e storica non può mancare quella enogastronomica.
I cibi tipici toscani, lo zafferano famosissimo e lei … la Vernaccia, uno dei più pregiati vini bianchi ed il primo vino italiano che ha ottenuto la DOC (1966).
Scuse per non visitare San Gimignano? Non ce ne sono … é doveroso (ma è più “piaceroso”) inserirla nei nostri itinerari.
Luoghi di … vini: Bardolino
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Una replica a “Luoghi di … vini: San Gimignano”
A San Gimignano ho mangiato una delle Fiorentine più buone in assoluto. Abbiamo mangiato in due, io e Giusy, e abbiamo speso meno di cinquanta euro, qualche anno fa ma… scusate se è poco…
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