Con poco più di 600 abitanti questo grazioso paese, con la sua Langa, rientra tra i patrimoni mondiali dell’umanità UNESCO.
Nel 6000 a.C. la zona era già popolata dalle tribù celto – liguri ma il primo insediamento risale all’Alto Medioevo, ovvero tra il 476 d.C. al 1000 d.C.
A testimoniare insediamenti di origine antico romana esiste una pietra funeraria ritrovata a Vergne.
Il suo nome pare derivi dal celtico “bas reul”, (luogo basso) e l’attendibilità di questa teoria sta nel fatto che effettivamente Barolo è il più basso dei paesi della zona.
In piemontese prende il nome di Bareu oppure Bareul.
Nel Rigestum Comunis Albe (1200) se ne trova citazione con il nome Villa Barogly.
Dapprima sotto il dominio Longobardo con Gastaldo di Diano, quindi sotto la Contea di Alba ed ancora sotto la Marca di Torino, divenne nel 1250 dominio della famiglia Falletti, potentissimi banchieri (nel 1300 possedevano ben circa 50 feudi dell’attuale Piemonte) che avevano acquisito dal Comune di Alba tutti i terreni di Barolo.
La famiglia si estinse nel 1864 con la morte dell’ultima marchesa, Giulia Colbert che per prima sperimentò il metodo di vinificazione del Barolo.
Passò quindi ai Duchi di Mantova che, dopo la Pace di Cherasco, nel 1631, alla fine della guerra per la successione di Mantova, cedettero molti dei loro territori a Vittorio Amedeo d’Aosta, duca di Savoia.
Quindi la storia di Barolo segue quella di tutte le località facenti parte del Regno di Sardegna.
Barolo si sa, fonda la sua economia sulla produzione dell’omonimo vino.
Produzione iniziata, come detto, su iniziativa della moglie di Tancredi Falletti, la nobile francese Juliette (Giulia) Colbert che Tancredi sposò nel 1807.
Giulia oltre che mecenate e benefattrice, essendo discendente di un’antica famiglia di vinificatori Francesi che producevano il vino per la Corte di Francia, nel 1845, sostenuta da Camillo Benso Conte di Cavour e da Vittorio Emanuele II di Savoia, applicando il “metodo Staglieno” (del Generale Paolo Francesco Staglieno, enologo padre della nuova enologia piemontese a cui devono riconoscenza immensa i vini piemontesi della Langa e non solo) riuscì a perfezionare il Barolo ed a farlo diventare celebre in tutte le Corti europee.
Il castello
Non esistono documenti storici su quando venne eretto ma sicuramente nel X secolo per via del permesso dato da Berengario Primo ai feudatari della zona di erigere fortificazioni a difesa dalla invasioni Ungare e Saracene. Della costruzione iniziale resta oggi visibile il torrione.
Le prime testimonianze documentali sul castello sono del 1200 e sono contenute nell’atto di vendita al Comune di Alba da parte dei Signori di Marcenasco.
Fu quindi venduto alla Famiglia Falletti che lo restaurò ed ampliò facendone la propria residenza.
Nel 1544 il governatore Francese di Cherasco lo saccheggiò per cui, prima Giacomo, poi Manfredo Falletti, non solo ripararono i danni ma aggiunsero notevoli migliorie.
Il castello rimase quindi architettonicamente intatto e diventò la residenza di campagna dei Falletti che si erano trasferiti nel frattempo a Palazzo Barolo a Torino.
Ebbe come ospite Silvio Pellico, presentato ai Falletti da Cesare Balbo dopo la prigionia dello Spielberg. Pellico diventò amico intimo e fidato della Famiglia tanto da esserne consigliere ed amministratore della gigantesca biblioteca.
Nel 1864, quando morì Juliette Colbert, ultima marchesa Falletti, il castello venne restaurato in maniera massiccia dall’Opera Pia Barolo che trasformò la struttura nel Collegio Barolo il cui fine era di permettere ai ragazzi poveri di studiare. Il Collegio è stato attivo sino al 1958.
Acquistato nel 1970 dal Comune di Barolo grazie ad una sottoscrizione pubblica, oggi ospita le cantine restaurate, l’Enoteca Regionale del Barolo ed il Museo Etnografico-Enologico e spesso esposizioni artistiche e fotografiche.
Al piano nobile troviamo il Salone delle quattro stagioni con arredi stile impero e caratterizzato appunto da quattro enormi dipinti dedicati ciascuno ad una stagione.
La visita prosegue nella Sala degli stemmi, (oggi ospita le sedute del Consiglio Comunale) che ha il soffitto decorato con gli stemmi dei Falletti e delle famiglie loro parenti. Notevole anche il gigantesco camino.
La Stanza della Marchesa ospita uno dei rarissimi letti stile Impero presenti in Italia.
Altri luoghi di interesse
– Chiesa di San Donato (dapprima con impianto romanico fu ristrutturata nel XV Secolo). Sorge di fronte al castello ed è la parrocchiale di Barolo. Ospita un’antica statua lignea raffigurante San Luigi Re di Francia alla quale vengono attribuiti poteri miracolosi. La statua, la cui prima documentazione di presenza nella chiesa è datata 1670, sarebbe stata portata a Barolo da un cavaliere della Famiglia Falletti del quale non si conosce il nome.
– Chiesa della Madonna Assunta, (la cui prima menzione è del 1643)
– Chiesa di Sant’Agostino.
– Chiesa di San Ponzio, parrocchiale nella frazione di Vergne.
Luogo di … vino quindi che, secondo me non potete non inserire nei vostri itinerari turistici.
Per me visitare Barolo è una sorta di pellegrinaggio di … vino.
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