Sera di San Silvestro … si festeggiano l’addio all’Anno che se ne va ed il benvenuto a quello che arriva.
Brindisi, allegria, musica, cena pantagruelica, per scacciare l’Anno Vecchio che ha portato male, sfortune, disgrazie eccetera ed accogliere quello Nuovo con la speranza che porti qualcosa di buono.
Vive ancora la tradizione di spaccare piatti o bicchieri in terra (non lanciandoli dalla finestra … si rompono in casa per distruggere il male che è dentro. Se cadono in strada sarà lì che il male verrà eliminato… sai che vantaggio…).
Qualcuno fa i cosiddetti botti (io dissento) per scacciare gli spiriti maligni (siamo nel secondo decennio dell’era 2000 ed ancora crediamo agli spiriti maligni? Per cortesia … e poi sono pericolosi – i botti, non gli spiriti maligni che non esistono-).
Dopo la mezzanotte tutti fuori per incontrare una persona che potrebbe far cambiare il nostro destino dell’anno nuovo.
Un vecchio o un gobbo saranno portatori di fortuna e lunga vita, mentre un bambino od un prete saranno di cattivo auspicio … ma bambini e preti in giro di notte non se ne trovano, per cui tranquilli …
Incontrare una donna sarà fortuna per gli uomini e sfortuna per le donne e viceversa.
Incontrare una coppia uomo/donna pareggerà i livelli di fortuna e sfortuna.
Tutti pronti con il Calendario vecchio da strappare e quello nuovo da aprire (si dice che vada aperto solo dopo la mezzanotte se no porta sfortuna) per poi, su quel Calendario, annotare per i primi 12 giorni dell’anno il tempo meteorologico … le cosiddette “calende”.
Una leggenda vuole che così si capirà il tempo atmosferico di ogni mese a venire.
Da un po’ di tempo c’è chi, facendo il conto alla rovescia per la Mezzanotte, mangia uno alla volta 12 acini d’uva. Si tratta di una tradizione spagnola perché in Spagna l’uva è un portafortuna … ma noi sempre a scopiazzare dall’Estero …
In Italia come portafortuna si mangiano le lenticchie.
Questo legume, secondo le credenze pagane, mangiato l’ultimo giorno dell’anno, avrebbe portato tanta fortuna e tantissimi soldi.
Si arrivava a donare portamonete pieni di lenticchie credendo che molte di loro, nel corso dell’anno, si sarebbero trasformate in monete d’oro.
L’usanza derivava dalla forma del legume che ricorda quella delle monete.
Poi le lenticchie non vennero più consumate da sole ma unite al cotechino.
Sempre però da consumare rigorosamente allo scoccare della Mezzanotte.
Il cotechino è figlio dello zampone ed è nato circa un secolo dopo suo padre. L’invenzione dello zampone la dobbiamo indirettamente nientemeno che a Pico della Mirandola. Sì lui, il grande Umanista e Filosofo. Indirettamente perché in realtà chi inventò lo zampone fu il suo cuoco personale.
Era il 1511 quando le truppe di Papa Giulio II assediarono la cittadina di Mirandola che era alleata con i Francesi. I Mirandolesi, sapendo che da lì a poco la città sarebbe stata conquistata, per non lasciare i maiali al nemico li ammazzarono tutti. Però poi c’era un’enorme quantità di carne da sistemare e smaltire … fu così che il cuoco di Pico propose di utilizzare la pelle delle zampe anteriori dei maiali per conservare la carne macinata e speziata. Era nato lo zampone.
Circa 100 anni dopo altri cuochi ebbero l’idea di utilizzare, invece della pelle delle zampe, le budella del maiale, dando così origine al cotechino.
Storia a parte in Italia per portare fortuna mangiamo lenticchie e cotechino che sono una vera leccornia e si gustano lentamente … altro che rischiare di strozzarsi con 12 acini d’uva da mangiare in 12 secondi.
Sto scherzando? Un po’ ? Del tutto? Non ve lo dirò mai. Vi lascio nel dubbio ma nel frattempo … BUON ANNO!
INGREDIENTI per 4 persone
Lenticchie 300 grammi
Cotechino 1
Carota 1
Cipolla bionda media 1
Sedano 1 costa
Burro 40 grammi
Olio extravergine di oliva tre cucchiai
Sale q.b.
Lavate le lenticchie sotto l’acqua corrente fredda quindi mettetele in una pentola (preferibilmente di terracotta) con acqua a coprirle di quattro dita, il sedano, mezza cipolla, la carota ed un po’ di sale grosso.
Portate ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma, mettete il coperchio e fate cuocere per poco meno di un’ora.
Bucherellate il cotechino, avvolgetelo in un canovaccio che legherete con dello spago da cucina alle due estremità per chiudere il fagotto e mettetelo in una pentola capace coprendolo con abbondante acqua fredda non salata e fatelo lessare per circa due ore a fiamma bassa e con il coperchio.
Quindi, quando cotechino e lenticchie saranno cotti, in una casseruola mettete l’olio e il burro e fate soffriggere l’altra mezza cipolla quindi unite il cotechino tagliato e fette che avrete levato dall’acqua (che terrete da parte) e le lenticchie che avrete scolato levando anche le verdure.
Aggiungete quindi un mestolo di acqua di cottura del cotechino, fate asciugare un po’ a fiamma bassa e servite ben caldo.
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2 risposte a “Lenticchie e cotechino”
Le Lenticchie
forse una delle più antiche ricette della cucina italiana,(Specialità dell antica Roma dunque si parla di migliaia di anni,si dice che data la loro componente organolettica molto sostanziosa venisse offerta ai poveri come pasto ai primi giorni di Gennaio, Ma anche che venissero messe dentro un sacchetto (crude) e regalate ai parenti e amici strettd ed appese alla cintola come segno di augurio e fortuna
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Grazie Chef! Mi conforta veder suffragare le mie affermazioni! Prezioso
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