Sua Maestà la castagna (caratteristiche, varietà, consigli e trucchi)

Parliamo di castagne. Dato che le adoro voglio dedicare loro una serie di ricette che inserirò giorno dopo giorno ogni giorno per 1 settimana!
Ma … prima voglio raccontarvele e darvi alcuni consigli …
Così al momento giusto tutto tornerà utile.

La castagna è un frutto che nasce all’interno di un guscio floreale che tutti sanno chiamarsi riccio.
L’albero di castagno ha ben 10 milioni di anni di storia …

Della castagna ne hanno parlato per Secoli.
Ippocrate nel IV Secolo a.C. le consigliava come ottime nutrienti, come lassativi se consumate senza buccia ed astringenti se con la buccia, Teofrasto, sempre nello stesso Secolo, nella sua “Storia delle piante” le chiama “ghiande di Giove” e ne indica le varie ubicazioni (Eubea, Creta, Magensia, Monte Ida), Nicandro nel III Secolo a.C. ne descrive ben 4 varietà, Catone il Censore (sì proprio lui) nel trattato “De Agricoltura” le descrive chiamandole “noci nude”, Marco Terenzio Varrone (I sec. a.C.) in “De re rustica” racconta della “vastanea” venduta dai mercanti di ortofrutta e donata alle donne dagli innamorati.
Le nomina Virgilio nelle sue Bucoliche raccontando che il frutto pregiato veniva mangiato, mentre le foglie erano utilizzate per fare materassi.

Ma chi si è soffermato molto a lungo sulle castagne è stato Plinio il Vecchio che non le apprezzava eccessivamente equiparandole alle ghiande ed anzi si domandava perché venisse gelosamente protetto da un riccio inespugnabile.
Però le descrive accuratamente:
“…Sono più buone da mangiare se tostate; vengono anche macinate e costituiscono una sorta di surrogato del pane durante il digiuno delle donne»(Plinio fa riferimento ai culti femminili in cui era proibito l’uso di cereali).
Le tarantine sono facili da masticare e leggere da digerire e hanno forma piatta. Più tondeggiante è la cosiddetta balanitide facilissima da mondare, si stacca spontaneamente dalla buccia senza residui. Piatta è anche la salariana, mentre la tarantina è meno flessibile, la corelliana è più pregiata e così anche la tereiana, una varietà che da essa deriva con un procedimento di cui parleremo a proposito degli innesti, la cui scorza rossastra la fa preferire alle varietà triangolari ed alle nere comuni, dette da cottura.”
Plinio da anche consigli sulla loro conservazione dicendo di posizionarle nella sabbia o in vasi di terracotta o messe in cassoni di legno chiusi e coperte di paglia.

Con l’Impero Romano la coltivazione delle castagne si allargò a Portogallo, Spagna, Francia, Svizzera ed Inghilterra meridionale.
Nacque così anche la denominazione di “castagna sativa” che indicava quella coltivata nel bacino del Mare Mediterraneo.

Come ben sapere esistono le castagne ed anche i marroni (sempre castagne).
La castagna è frutto di alberi selvatici mentre il marrone nasce da alberi coltivati e modificati con innesti.
Il riccio della castagna contiene anche 3 frutti mentre quello del marrone ne contiene uno solo.
I marroni sono più grandi e dolci e sono di forma più allungata.

Oggi vi sono tantissime varietà sia di castagne che di marroni tutelate dai Marchi attribuiti dall’U.E.

CASTAGNA
– di Montella (IGP) – Italia
– del Monte Amiata (IGP) – Italia
– di Cuneo (IGP) – Italia
– di Vallerano (DOP) – Italia
– di Roccamonfina (IGP) – Italia
– de Galicia (IGP) – Spagna
– d’Ardèche (DOP) – Francia

MARRONE (solo Italiano)
– del Mugello (IGP)
– di Castel del Rio (IGP)
– di San Zeno (DOP)
– di Scala (IGP)
– di Roccadaspide (IGP)
– del Monfenera (IGP)
– di Combai (IGP)
– di Caprese Michelangelo
– della Valle di Susa (IGP)
– tipo Piceno (Marchio Collettivo)

Le castagne sono presenti sul Mercato da ottobre a dicembre.
Contengono carboidrati, fibra, potassio, Vitamine del Gruppo B.
Sono antiasteniche, coadiuvanti per anemie, stipsi ed emorroidi, energetiche, antianemiche, tonicizzanti e antisettiche, sconsigliate ai diabetici.

COSA FARE PRIMA DI CUCINARLE
In qualunque modo vorrete cucinarle  immergerle un paio d’ore in acqua fredda eliminando quelle che verranno a galla perché non sono buone.

Se volete farle arrosto o in forno incidete la buccia sulla “pancia” usando l’apposito attrezzo o un coltellino affilato.
Non fate tagli profondi ma a filo della polpa possibilmente non tagliandola.
Ah … quando saranno cotte avvolgetele in un panno umido e strizzate, premete, battete per poterle sbucciare più facilmente.

PINZA PER INCIDERE LE CASTAGNE

Se volete farle bollite non dovete fare nessun taglio prima di cuocerle ma solo dopo.
Mettete nell’acqua di cottura un po’ olio ed alcune foglia di alloro per circa 40 minuti.
Poi avvolgete le castagne  in un canovaccio e dopo 5 minuti tagliatele e sbucciatele.

Se volete sbucciarle crude effettuate il taglio poi immergetele fuori dal fuoco per 2-3 minuti in una pentola con acqua bollente. Buccia e pellicine si staccheranno facilmente.

Le ricette sono innumerevoli e le castagne vengono utilizzate sia intere che sotto forma di farina.
Con la farina si confezionano tagliatelle, gnocchi, pane e dolci. La farina non contiene glutine per cui è perfetta per i celiaci, ma si usa anche unita a quella di frumento.

Per l’utilizzo invece delle castagne intere la fantasia la fa da padrona: primi, zuppe, secondi, dolci ….

E da domani ricette a base di castagne ogni giorno per una settimana!

Ti è piaciuto l’articolo? Se vuoi iscriviti alla mailing list e riceverai un avviso quando ne pubblicherò uno nuovo

Lascia un commento