Il burro (storia)

E’ nato ben prima del formaggio, ci sono testimonianze che lo datano antecedente al 1500 a.C.

Ma dove?
Una teoria afferma in India … e lo proverebbero alcune parole contenute in inni sacri indiani risalenti al  2.000 a.C.



Un’altra teoria poco credibile afferma che i primi a produrlo furono gli Ebrei antichi e si basa sul fatto che viene citato spesso nell’Antico Testamento.
In particolare nel quinto libro della Torah si legge che Dio distribuì agli uomini “burro di vacche e latte di pecore”.
Ma questo libro narra di eventi accaduti nel 1200 a.C. per cui …è campata in aria.Non è stato inventato ma è stato scoperto … per caso come tantissimi prodotti alimentari.


Il caso questa volta è dovuto al trasporto … 
il latte veniva anticamente trasportato in otri di pelle appesi al dorso di animali da soma e durante il tragitto ne avveniva uno sbattimento naturale (ed anche uniforme).

A quel punto l’uomo scoprì il prezioso alimento e creò attrezzature idonee a sbattere il latte per ottenerlo.
Nacquero le zangole, cilindri di legno o terracotta con il fondo chiuso ed un coperchio con un fondo centrale  attraverso il quale passa uno stantuffo che in alto si può agevolmente impugnare mentre in basso ha la forma di un disco.
La panna viene introdotta nel cilindro ed alzando e abbassando lo stantuffo si sbatte ottenendo il burro.
Non crediate sia facile, per ottenere il burro ci vogliono ore!

Dopo gli Indiani piano piano tutte i Popoli civilizzati iniziarono a produrre burro (Egiziani, Arabi, Greci, Romani …).

Le prime testimonianze scritte ci vengono da Ippocrate che spiegò anche l’origine del nome (dallo Sciita boutiron) anche se sul nome ci sono complicatissime teorie che vi risparmio … riassumendo … Galeno diceva derivasse da “turos” (cacio o formaggio) e “bous” (bue) ma in realtà “turos” significava formaggio per cui il termine si ritiene generico.
Certo è  che in Latino il burro si chiamava būty̆rum (in molti dialetti Italiani ritroviamo il termine…)

Lo storico Romano Plinio ha scritto che il burro veniva prodotto solo dagli abitanti delle regioni dell’Europa settentrionale ed affermava che nell’Europa meridionale invece era totalmente sconosciuto.

Ai tempi non veniva utilizzato solo a scopo alimentare, ad esempio in Inghilterra del Nord ed in Scozia alimentava le lampade e proteggeva il legno delle navi sul quale veniva generosamente spalmato o si usava come balsamo per il corpo durante o dopo il bagno.
Gli Antichi Romani lo utilizzavano per “tenere” le acconciature complicate.

Ovviamente se ne faceva anche uso terapeutico, in particolare per le malattie di occhi e pelle.

Anzi, per i Romani l’uso del burro a fine alimentare era considerato barbaro in quanto il grasso privilegiato era l’olio d’oliva.
E qui ecco la curiosità storica …
Quando Caio Giulio Cesare era Governatore della Gallia Cisalpina fu invitato alla mensa di Valerio Leone dove vennero serviti asparagi cosparsi di burro fuso.
I Romani che accompagnavano Cesare si rifiutarono di mangiarli in quanto per loro il burro aveva altre destinazioni (come abbiamo visto più sopra).
Ma Cesare, che invece già lo conosceva come alimento, esortò i suoi a rispettare chi li ospitava ed a non disdegnare il cibo offerto pronunciando una frase particolare …
Quale?
“De gustibus non disputandum est” (Non ha senso discutere di gusti)

Fu grazie a Plinio il Vecchio che nella sua Naturalis Historia (libro XXVIII), che il burro venne innalzato ad alimento superando così persino l’uso come condimento che ne facevano i Barbari.
“E lacte fit et butyrum, barbararum gentium lautissimus cibus et qui divites a plebe discernat” (Dal latte si ricava il burro, l’alimento più raffinato delle nazioni barbare e che distingue i ricchi dalla gente comune.)

Per cui il burro divenne un marcatore sociale … i poveri usavano l’olio ed i ricchi il raffinatissimo burro.

Fu a fine del Medioevo comunque che il burro iniziò ad essere utilizzato in cucina quotidianamente perché prima l’uso di grassi di origine animale era vietato durante la Quaresima per cui i più timorati di Dio lo evitavano quasi tutto l’anno.

Ma … Anna di Bretagna regina di Sicilia e di Gerusalemme, poi regina di Francia e duchessa di Milano, ottiene dal Papa l’assoluzione per il consumo del burro e, nel 1495 dietro versamento di una ragguardevole somma di denaro, l’indulgenza divenne “europea”.
Scandalosamente l’indulgenza (sotto forma di lettera) si poteva comprare ed il burro poteva essere usato anche nei periodi vietati.
La pratica era così diffusa che una delle torri della cattedrale di Rouen si chiama la “Torre del burro” perché costruita con i soldi ricavati dalla vendita delle lettere per l’indulgenza durante la Quaresima.

Come detto sopra il burro veniva prodotto manualmente con le zangole, sino a quando, nel 1872, il Tedesco  Wilhelm Le Feldt  inventò un separatore che utilizzava la forza centrifuga per scremare il latte.

Fu poi la volta dello Svedese Gustavo De Laval che nel 1878 inventò la  scrematrice a marcia continua.


Oggi il burro industrialmente viene prodotto con moderni macchinari che comunque ancora conservano il nome di zangole.

I grassi in cucina 

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