Gli Amaretti

Piemonte, Emilia Romagna,  Portogallo, Liguria, Francia, Lombardia, Lazio, Sardegna, Spagna, Sicilia ….
Cosa unisce queste Regioni e questi Paesi?
La comune tradizione degli amaretti.

Deliziosi dolcetti  probabilmente inventati dagli Arabi e che, a partire dal bacino del Mediterraneo, specialmente dalla Sicilia, passarono successivamente nella tradizione culinaria di Normanni, Spagnoli, Francesi.
Pellegrini e Religiosi dei conventi ne assicurarono la diffusione, resa più facile dal fatto che si tratta di dolci poco deperibili.

In Italia sono nati nel Medioevo.

Oltre alla produzione italiana, in particolare quella lombarda, vanta grandi tradizioni quella Francese, soprattutto in Lorena e nei Paesi Baschi.

Chi non conosce inoltre i deliziosi “macarons”?

Macarons
Macarons

Gli amaretti di pasticceria sono diffusi praticamente in tutte le regioni d’Italia, solitamente nella versione tradizionale morbida, e sono vicini a moltissimi altri dolci a base di pasta di mandorle come la pasta reale e la frutta martorana (della quale parlo -QUI-).
Tra le regioni più importanti possiamo citare la Liguria, nella zona del Sassello e nel basso Piemonte (dove compaiono in versione morbida e secca).

Amaretti Di Sassello
Amaretti Di Sassello morbidi

In Piemonte in particolare, gli amaretti hanno dato origine ad alcune varianti a base di nocciole (Nocciolini di Chivasso, Brutti e buoni).

Brutti e buoni
Brutti e buoni

In Emilia-Romagna troviamo l’amaretto di Modena che viene prodotto con mandorle dolci e amare.
Friabile all’esterno, si presenta morbido all’interno.

Amaretti di Modena
Amaretti di Modena

Uno dei prodotti tipici della Lombardia è il Nocciolino di Canzo, biscotto simile all’amaretto ma a base di nocciole ed altri aromi, di formato più piccolo; altro prodotto interessante è l’amaretto di Gallarate a base di mandorle dolci ed armelline (i semi all’interno del nocciolo dell’albicocca e della pesca).

Nel Lazio (amaretti di Fiuggi e le Paste reali di Atina) ed in Toscana (amaretti ed i senesi Ricciarelli).

Ricciarelli
Ricciarelli senesi

In Sardegna (Amarettos e Sospiros) dove la cucina risente in parte della dominazione piemontese.

Amaretti Sardi
Amaretti Sardi

In Sicilia (Pasti di mennula), dove le mandorle compaiono in moltissimi dolci e liquori.

Gli amaretti compaiono come ingrediente in molte ricette, solitamente dolci.
Tuttavia vengono, talvolta, mischiati anche al salato:
• in Lombardia, ad esempio, vengono spesso usati per particolari ripieni, come nei tortelli di zucca, o sbriciolati quale sostituto del formaggio grattugiato in alcune creme di verdura.

Tortelli di zucca
Tortelli di zucca

in Piemonte sono uno degli ingredienti dolci del Fritto misto alla piemontese, insieme alle mele e alle frittelle di semolino dolce.

Adesso due parole su un “amaretto” che però non si mastica.
Sto parlando dell’Amaretto di Saronno

Amaretto di Saronno

E’ un liquore aromatico a base di erbe e mandorle amare ed altri ingredienti come ciliegie, prugne, cacao e zucchero. Si chiama Amaretto ma non è un amaro.
Non è nemmeno un distillato ma è un preparato per infusione in base alcolica, come il Nocino o il Limoncello, tanto che se ne fa anche una produzione casalinga, però con diverse varianti, la cui più diffusa prevede anche l’utilizzo di armelline (i semi all’interno del nocciolo dell’albicocca e della pesca), oltre alle mandorle amare.

Ha una gradazione alcolica di 28 gradi ed un sapore che ricorda marzapane (del quale parlo -QUI-)

L’Amaretto si beve liscio, con o senza ghiaccio o si usa per preparare cocktail, come per esempio il Messicano, l’Amaretto sour ed altri, ma è prevalentemente indicato a essere miscelato in bevande a base di caffè.


L’Amaretto di Saronno è antichissimo e la sua storia risale al 1500.

Si narra che nella città di Saronno all’epoca venne commissionato al pittore Bernardino Luini (1481- 1532) un affresco che ritraeva l’Adorazione dei Magi in Duomo e che oggi è visibile nel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli.

Adoratione dei Magi in Duomo

La leggenda ci racconta che, nel periodo in cui il pittore soggiornò a Saronno, lo fece presso una locanda la cui proprietaria era talmente bella che egli, non solo se ne innamorò, ma la volle come modella per la  Madonna rappresentata nell’affresco.
Per gratitudine la bella locandiera gli donò un elisir di erbe, zucchero tostato, mandorle amare e brandy che fu talmente apprezzato dal pittore il quale, con un passaparola degno dei maghi delle strategie di vendita, ne fece diffondere la conoscenza a macchia d’olio ed in pochissimo tempo.


Ancora oggi l’Amaretto di Saronno è simbolo di amicizia ed affetto.

E’ uno dei prodotti italiani più diffusi all’estero ed il cui nome non è stato tradotto in nessuna Lingua.

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