Lucera (Luciörë in dialetto lucerino, Lucérë in pugliese) si trova nella provincia di Foggia in Puglia.
L’origine del suo nome è incerta ed esistono varie teorie che elenco di seguito e che affermano deriverebbe:
a) dal nome della tribù dei Luceres
b) dal nome della dea Lucina venerata in zona
c) da come era soprannominato l’agglomerato urbano nel Medioevo (Luceria).
Soprannome che derivava dal fatto che la città sorgeva su colline coperte da boschi sacri (in Lingua Etrusca bosco sacro si diceva “luk-eri” – luk in latino è “lucus/luogo”, ed eri è “sacer/sacro”-) e quindi da Lukeri si arrivò in seguito a Luceria
d) dal greco “leuka eria” che significa “lana bianca”, per la produzione di lana molto pregiata di cui parlarono anche i poeti Orazio e Marziale
e) dal “praenomen” Lucius di Dauno, re eponimo dei Dauni
f) dalla parola latina lucem (da lux che significa luce)
Le scoperte archeologiche dimostrano che i primi insediamenti umani nella zona risalgono al Neolitico e più precisamente al 3.000 a.C.
La prima testimonianza scritta si deve invece al geografo Strabone (58 a.C.-24 d.C.) che narra di una leggenda che vede Diomede, re d’Etolia, fuggire dopo la distruzione di Troia e stabilirsi nella zona dove fece anche costruire il tempio di Athena Iliàs.
All’epoca della Repubblica Romana (tra il 509 a.C. e il 27 a.C.,) Lucera fu territorio di lotta tra Romani e Sanniti.
A questo proposito vi racconto uno curiosità molto curiosa.
Tutti conosciamo ed usiamo anche spesso il modo di dire “passare sotto le Forche Caudine” che significa subire una grave umiliazione … ebbene … il detto vede i suoi natali proprio a Lucera …
Durante la Seconda guerra sannitica i Romani tentarono di portare aiuto alla città ma vennero sconfitti nella battaglia delle Forche Caudine (321 a.C.) e costretti a passare sotto il giogo sannita MA, in seguito, misero sotto assedio la città e sconfissero i Sanniti, i quali passarono quindi sotto il giogo romano e vennero portati in corteo a Roma per i festeggiamenti della vittoria.
Lucera tentò di ribellarsi al dominio Romano ma, nel 314 a.C. ed i Consoli Petilio e Sulpicio misero fine definitivamente ai disordini stabilendo di dare alla città una totale autonomia, con propri magistrati e persino il diritto di conio.
Da quel momento Lucera diventò un’alleata fedele di Roma e partecipò alla guerra contro Pirro (280-275 a.C.) ed a quella punica contro Annibale (218-201 a.C.).
Durante la guerra civile del 49 a.C. la città fu sede del quartier generale di Gneo Pompeo Magno.
Con l’età imperiale divenne un centro importantissimo della Regio II Apulia et Calabria, una delle undici regioni augustee.
In quel periodo vennero edificati monumenti e palazzi pubblici tra cui l’anfiteatro augusteo, edificato, come dice il nome, all’imperatore Augusto.

A Lucera venne fondata una delle prime comunità cristiane, divenuta poi diocesi quando l’imperatore Costantino I la insignì dell’appellativo di Civitas Constantiniana.
Alla caduta dell’Impero Romano Lucera divenne territorio conteso tra longobardi e bizantini.
Questi ultimi ebbero la meglio ma lo scellerato imperatore Costante II, nel 663 d.C., distrusse quasi completamente la città.
Fu poi la volta dei Normanni quindi degli Svevi di cui storica è la figura dell’imperatore Federico II, il quale, a partire dal 1223, insediò in Lucera i musulmani ribelli della Sicilia.
Fu così che la città (divenuta colonia islamica con il nome di Lūǧārah, nella variante in arabo Lūshīra) assunse un affascinante aspetto moresco con la costruzione di una moschea, una scuola coranica e numerose case in stile arabo.
Fu all’epoca che nella città presero vita una totale libertà di culto e di commercio.
Lūǧārah, alleata fedelissima della Casata sveva era il vivaio degli arcieri dell’esercito imperiale.
Nel 1255, Papa Alessandro IV emise la bolla Pia Matris contro i Musulmani della città e fomentò una crociata contro di loro.
Manfredi di Sicilia I ebbe al suo fianco i Saraceni di Lucera che non lo abbandonarono sino alla sua morte nella battaglia di Benevento del 1266, che vide l’ascesa degli Angiò.
Nel febbraio 1268 Papa Clemente IV organizzò un’altra crociata contro i Saraceni di Lucera che resistettero strenuamente all’assedio ma finirono con l’arrendersi per fame nell’agosto 1269.
Privati della libertà vennero piano piano decimati.
Carlo I d’Angiò nel 1283 terminò la costruzione di un’imponente fortezza che fu adibita a cittadella abitata dai coloni cristiani arrivati dalla Provenza.

Il colpo di grazia per i Saraceni arrivò nell’agosto del 1300 quando Carlo II d’Angiò incaricò il condottiero Giovanni Pipino da Barletta, di portare a termine con i suoi soldati un eccidio che depopolasse la città.
I pochissimi sopravissuti vennero venduti come schiavi o costretti con la violenza a convertirsi al Cristianesimo.
La moschea e la scuola coranica vennero rase al suole ed i Cristiani che popolavano la fortezza si trasferirono nella città che prese il nome di Civitas Sanctae Mariae e dove edificarono numerose chiese tra cui la Cattedrale.
Con la dominazione spagnola iniziata nel 500 il nome di Civitas Sanctae Mariae venne abolito e si tornò all’antico nome di Lucera.
Nel 1642 ci fu la perdita di tutti i privilegi ricevuti da Carlo II d’Angiò, per l’assegnazione, come feudo, su ordine di Filippo IV, al Conte Mattia Galasso.
Arrivò poi il dominio napoleonico e Lucera perse il titolo di capoluogo che andò a Foggia.
Il resto è storia recente.
A Lucera ci sono molte cose da vedere e visitare … a partire dal suo affascinante centro storico che le ha fatto meritare il riconoscimento di città d’Arte, con determina della Regione Puglia il 13 dicembre 2017.

Duomo o Basilica cattedrale di Santa Maria Assunta
Del 1302 conserva all’interno tra le altre opere d’arte, inclusi altari ed affreschi di notevole pregio, una statua coeva di Santa Maria Patrona di Lucera, il monumento funebre dei gemelli Mozzagrugno attribuito a Pietro Bernini, i resti del Beato Agostino Kazotic, un raffinato crocifisso di scuola renana ed altre opere d’arte, inclusi altari ed affreschi.

A Lucera ci sono i tantissimi splendidi palazzi in vari stili … neogotici, barocchi eclettici, neoclassici, liberty, razionalisti …
persino interi quartieri composti solo da palazzi nobiliari quali San Giacomo e Piazza della Repubblica.
Vediamoli questi palazzi elencati in “ordine di apparizione”.
Palazzo Vescovile del 1300, sede della Diocesi di Lucera-Troia e del Museo diocesano di Lucera

Palazzo Ramamondi del 1550
Palazzo Gifuni del 1500
Palazzo Lombardo del 1600
Palazzo di Giustizia del 1700
Palazzo Candida del 1755
Palazzo De Troia del 1786, sede dell’Anagrafe Comunale
Palazzo Mozzagrugno, neoclassico, sede del Municipio e del Teatro Garibaldi
Palazzo Cavalli, neoclassico
Palazzo Curato del 1857
Palazzo De Nicastri-Cavalli del 1934, sede del Museo di archeologia urbana “Giuseppe Fiorelli”
L’anfiteatro romano Augusteo, eretto nel I secolo, è più antico del Colosseo ed uno dei più antichi dell’Italia meridionale.
Misura circa 127 x 95 metri (di cui l’arena di 75 x 43) ed ha una capienza di circa 18mila persone.
Circondato da un canale di raccolta dell’acqua aveva quattro portali di ingresso.

I giochi consistevano in lotte tra animali (venationes), l’uccisione di condannati a morte da parte di belve o altri tipi di esecuzioni (noxii) e combattimenti tra gladiatori (munera).
La fortezza svevo-angioina, che risale al XIII secolo, oggi è anche zona archeologica perché nell’area si trovano capanne neolitiche e ruderi romani, paleocristiani, svevi ed angioini.


Tra le manifestazioni tradizionali di Lucera da non perdere è quella che si svolge il Lunedi di Pasqua.
Vengono bruciate in un falò le “Quarantane” o “Vedove del Carnevale” che erano state esposte in vari luoghi della città all’inizio della Quaresima.
Si tratta di pupattole vestite di stracci con la faccia bianca e l’arancia con le 7 penne, di cui sei simboleggiano le domeniche di penitenza ed una la Pasqua.

Ma perchè ho messo Lucera tra i luoghi di … vini?
Perchè vi si produce il Cacc’e e Mmitte, un vino rosso DOC che deve il suo nome (Leva e Metti) al fatto che i proprietari delle vasche per la pigiatura dell’uva davano le stesse in affitto (ma solo per una giornata ciascuno) ai viticoltori della zona.
Per cui, nell’arco di un solo giorno, l’uva veniva pigiata ed il mosto veniva tolto (cacc’ = leva, caccia fuori) per essere portato nelle cantine di ciascuno e la vasca veniva quindi utilizzata da un altro viticoltore (e mitte = e metti dentro).
In zona affermano che il nome sia dovuto alla notevole bevibilità del vino di cui veniva bevuto un primo bicchiere ma poi veniva riversato e ribevuto.
Ma è una teoria campanilista e romantica.
A fine agosto o inizio settembre a Lucera viene tenuto il “Cacc’e Mmitte Festival” durante il quale si può degustare il vino ma si possono anche mangiare le specialità gastronomiche di Lucera: il “Mambrikule” simile al couscous, a base di pasta di semola, uova, prezzemolo, formaggio, carne e pomodoro; il “Píde, rècchje e ‘mmússe” a base di piedi, orecchie e muso di maiale e vitello ed il “Lagan e fave” lagane (pasta simile a lasagnette) condite con purea di fave, aglio crudo e pepe.
Specialità che comunque durante l’anno potrete ovviamente gustare nei ristoranti cittadini.
Ecco fatto … un altro viaggio in uno dei tanto luoghi di … vini italiani è finito.
Buon itinerario lucerino!
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